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L’Oliva Ascolana del Piceno DOP si
riferisce all’oliva verde da tavola, in salamoia o panata e
ripiena, frutto della varietà d’olivo Ascolana Tenera. L’Oliva
Ascolana del Piceno DOP viene prodotta nelle tre tipologie in
Salamoia, in Salamoia “al naturale” e Ripiena. Le olive
utilizzate per la produzione sono raccolte generalmente a mano,
tramite “brucatura”, nel periodo compreso tra il 10 settembre e
il 20 ottobre. Dopo la raccolta e la cernita, le olive subiscono
un trattamento di deamarizzazione, necessario per attenuare il
loro naturale sapore amaro. Si effettua, sia per la tipologia in
Salamoia che per quella Ripiena, con metodo Sivigliano, vale a
dire tramite l’immersione delle olive in una soluzione di idrato
sodico all’1,5-3% per 8-12 ore, a cui seguono dei lavaggi per
ridurre l’alente residuo. Per la tipologia in Salamoia “al
naturale” la deamarizzazione si realizza invece con un metodo
che prevede subito l’immersione delle olive in una salamoia di
sale marino (NaCl) concentrato all’8% (si esclude quindi il
passaggio in soda). In questo caso il processo richiede tempi di
fermentazione e stoccaggio non inferiori a 10 mesi. Le olive
destinate a diventare Ripiene verranno denocciolate e riempite
con un impasto, preventivamente cotto, di carne di suino e
bovino (provenienti dalla zona della DOP, a cui si può
aggiungere in misura massima del 10% quella di pollo e/o
tacchino), formaggio, uova, vino bianco, cipolla, carota, costa
di sedano, noce moscata e altri aromi minori. Le olive farcite
vengono poi passate nella farina, nell’uovo battuto ed infine
nel pangrattato. Il prodotto finale è destinato alla frittura.
L’Oliva Ascolana del Piceno DOP in Salamoia si presenta di
colore uniforme dal verde al giallo paglierino; la polpa è
piena, compatta, non raggrinzita, non granulosa, ha odore
caratteristico di fermentato e sapore lievemente acido con un
leggero retrogusto amarognolo (più evidente nella tipologia “al
Naturale”). È fragrante e croccante in bocca. L’Oliva Ascolana
del Piceno DOP Ripiena ha forma leggermente allungata
irregolare, presenta aree verdi percettibili e, alla rottura, la
panatura rimane aderente all’oliva, con impasto che si presenta
compatto. La percezione olfattiva è di media intensità con note
fruttate di oliva verde e spezie. La zona di produzione
dell’Oliva Ascolana del Piceno DOP comprende 89 comuni divisi
tra le province di Ascoli Piceno e Fermo, nella regione Marche,
e la provincia di Teramo, nella regione Abruzzo. La presenza
dell’olivo nel territorio Piceno ha origini che coincidono con
la sua introduzione nella penisola italica da parte dei Fenici e
dei Greci. In epoca Romana erano conosciute come ulivae picenae
e arricchivano le tavole dei banchetti. Ai Monaci Benedettini
Olivetani si deve la razionalizzazione delle pratiche
agronomiche, oltre le numerose testimonianze scritte sulla
centralità delle olive da tavola nell’economia locale del 1500.
Notizie precise circa la farcitura dell’oliva ascolana risalgono
al 1600. Il ripieno a base di carne ha invece origini più
recenti e risale al XIX secolo. L’Oliva Ascolana del Piceno DOP
in Salamoia si conserva in luoghi freschi e asciutti, mentre
quella Ripiena è da conservare in frigorifero. Viene
generalmente usata come contorno, o come ingrediente di tipici
piatti locali. La tipologia Ripiena esprime al meglio le sue
qualità una volta fritta. Inoltre per la sua ricca consistenza,
può anche sostituire una pietanza. Il prodotto è immesso in
commercio nelle tipologie Oliva Ascolana del Piceno DOP in
Salamoia, in Salamoia “al naturale” e Ripiena. È
commercializzato in recipienti o involucri idonei. Nella Oliva
Ascolana del Piceno DOP Ripiena la farcitura è elemento
caratterizzante ma non deve comunque prevalere sul frutto: il
prodotto finito deve infatti contenere almeno il 40% in peso di
oliva denocciolata.
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