Le bevande nelle Marche hanno una lunga
tradizione, soprattutto nei liquori e per la distillazione
dell’anice, pianta ampiamente e storicamente apprezzata, dalle
proprietà benefiche e dissetanti, utilizzata in grandi quantità
soprattutto nella zona di Ascoli Piceno. Dalle antiche
tradizioni dei monaci la distillazione, durante il secolo
scorso, passò nelle mani di imprenditori privati e nacquero
altri pregiati e apprezzati liquori e distillati.
Il liquore è una bevanda alcolica
tipicamente dolce a base di un distillato aromatizzato e
imbottigliato con zucchero o dolcificanti di vario
tipo. L’aromatizzazione può essere ottenuta tramite l’aggiunta
di erbe aromatiche, frutta o frutta secca, panna o anche fiori.
La parola liquore deriva dal latino liquifacere, dissolvere, e
nasce per scopi puramente terapeutici grazie all’incontro delle
antiche tradizioni arabe di distillazione in cui era uso comune
distillare fiori e spezie ma anche frutti mele e limoni, con i
primi alambicchi europei.
L’uso più comune del liquore come bevanda
alcolica di piacere inizia a farsi strada nel sedicesimo secolo
grazie a Caterina de Medici che lo proponeva ai propri ospiti
come simbolo di benvenuto fino ad arrivare agli anni 1800 quando
il liquore iniziò a diffondersi in bar e locande.
I liquori vengono di solito serviti a
temperatura ambiente, con o senza ghiaccio e vengono molto
utilizzati nella preparazione di cocktails grazie alla loro
capacità di fornire sapore ai preparati. Nel caso di liquori
composti da piante digestive è comune il loro utilizzo dopo i
pasti o per accompagnare il dessert.
E’ sempre bene distinguere i liquori
dai distillati; quest’ultimi infatti vengono allo stesso modo
ottenuti per distillazione in alambicco di sostanze fermentate
ma non contengono né zuccheri né aromi.
Dal punto di vista tecnico i distillati
fanno parte delle cosiddette bevande spiritose ovvero bevande
alcoliche con caratteristiche organolettiche particolari e un
titolo alcolometrico minimo di 15% vol. Le bevande spiritose
sono prodotte sia direttamente mediante distillazione,
macerazione o aggiunta di aromi, sia mediante miscelazione di
una bevanda spiritosa con un'altra bevanda, con alcol etilico di
origine agricola o con taluni distillati.
La tecnica distillatoria era già nota
ai babilonesi ed agli antichi egizi che distillavano il vino ed
il sidro. Essa fu conosciuta dai greci, che la usavano per
ricavare acqua dolce dal mare, ma non per gli alcolici; la
distillazione era patrimonio dei sacerdoti e di pochi adepti in
Egitto durante l'epoca ellenistica romana, e venne trasmessa
agli arabi. La diffusione dei distillati in occidente iniziò
intorno al X secolo grazie alla Scuola medica salernitana che
riprese le tecniche insegnate dai medici arabi andalusi,
estraendo l'acquavite dal vino, dapprima solo per uso
medicinale.
Le bevande analcoliche, invece, sono tutte
quelle bibite che non contengono tra gli ingredienti l’alcool.
Ne esistono tantissime varianti, come quelle alla frutta, tra le
quali annoveriamo i classici succhi di frutta e le famosissime
bevande gassate.
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